Sì, sono vivo. O meglio, sopravvivo.

Ho scoperto ormai che certi ritmi nel week end faccio fatica a tenerli, e il mio corpo si sta rifiutando di continuare a fare certe robacce (mangiare 2 panini micro di corsa e fare conto di aver cenato, farci sopra di tutto e farmi un concerto come se nulla fosse). Devo iniziare a preoccuparmi, o forse a calmarmi un attimo.

Il concerto è stato figo, a parte la parte centrale che guarda caso non ricordo molto. Però ieri, al gighi, nonostante i timori di svenimenti, rivolte dello stomaco e robe varie, ho retto alla grande. Sarà stata la consapevolezza di esser l’unico responsabile dei rifornimenti di vitamine, vibre e robe varie per tutta la comunità castanese e non.

Però mi sento come se mi avessero menato a sangue. A parte il ginocchio nero (colpa del pinta vero?) ho tutte le ossa e le giunture che scricchiolano. E gli occhi di cemento che faticano a metter a fuoco e a rimanere aperti.

Meno male che il week end dovrebbe essere un momento di relax e riposo. Voglio andare in mezzo al nulla a dormire 24 ore di fila

Ci sono notti che sei un cestino
pieno e non sai dove svuotarti
ti porti addosso il peso
dei tuoi giorni stanchi, avanti,
senza fede, se mi incontrassi
cambieresti marciapiede
ci sono notti che non vanno via
ci sono notti che non trovi la tua
ci sono letti che son coperti di ortiche
ci sono bocche che san di fumo e porcate

Africa Unite – Notti