Archivio della categoria: Riflessioni musicali

Evvai!

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Non posso non scriverlo qui…..

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VOLUMI ALL’IDROGENO”

SERATA – EVENTO MUSICALE CHE INAUGURA TORINO CAPITALE MONDIALE DEL LIBRO CON ROMA (23 aprile 2006 – 22 aprile 2007)

TORINO – DOMENICA 23 APRILE – ORE 21.00
Palasport Olimpico (Pala Isozaki)

SUBSONICA in concerto con AFRICA UNITE, LINEA 77, MARLENE KUNTZ, MAU MAU, PERTURBAZIONE, GATTO CILIEGIA, LALLI E WU MING

La sera di domenica 23 aprile si terrà, al Palasport Olimpico (Pala Isozaki) di Torino, un grande evento musicale coordinato dai Subsonica intitolato: “Volumi all’idrogeno”. Lo spettacolo, completamente gratuito, concluderà la due giorni inaugurale per Torino Capitale Mondiale del Libro con Roma (23 aprile 2006 – 22 aprile 2007).

Sul palco, oltre ai Subsonica (unico concerto previsto in città per il 2006) ci saranno gli Africa Unite, Linea77, Marlene Kuntz, Mau Mau, Perturbazione, Lalli e Gatto Ciliegia in una serata che non vuole essere un semplice concerto ma un grande happening in cui i gruppi, interagendo tra loro, daranno vita anche ad inediti omaggi letterari in chiave musicale.

Sarà in scena anche uno dei più noti e popolari scrittori italiani di questi anni e parteciperanno i Wu-Ming, per costruire una narrazione trasversale attraverso un gioco di citazioni che scorrerà sui diversi schermi video.

La musica, per quattro ore, non subirà interruzioni, né ci saranno cambi di palco. Elemento portante sarà la correlazione tra la stessa e la letteratura. Sarà un flusso continuo, quasi un rave per immagini elettroniche, luci, parole e suoni.

L’utilizzo degli schermi permetterà di ospitare virtualmente sul palco altri scrittori accompagnati da altri musicisti torinesi, per alcuni brevi ed efficaci interventi dal ritmo sostenuto.

Il titolo della serata, “Volumi all’idrogeno” è ispirato al romanzo di Allen Ginsberg “Juke box all’Idrogeno”, ma si riferisce anche al reale utilizzo di generatori ad idrogeno (pensati e realizzati proprio nella città olimpica) che alimenteranno parte della struttura scenica. La Torino della letteratura, unita a quella della musica, incontrerà idealmente così anche la città dell’innovazione tecnologica, per un evento simbolo del suo nuovo volto.

Al Palasport Olimpico (il Pala Isozaki che recentemente ha ospitato le gare olimpiche di hockey), la scenografia, che in modo imponente e spettacolare ricorda un libro aperto, ospiterà tutte le tecnologie necessarie all’utilizzo delle più moderne tecniche di comunicazione.

La produzione è della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. La produzione esecutiva è affidata a CasaSonica. La regia è di Michele di Mauro, la regia degli schermi video di Luca Pastore. Il direttore di produzione è Mirco Veronesi. L’ideazione è di Max Casacci dei Subsonica e della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura.

(www.rockol.it 15 mar 2006)

I don’t need

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I don’t need no arms around me
I don’t need no drugs to calm me […]
Don’t think I need anything at all
No, don’t think I need anything at all
All in all it was all just the bricks in the wall
All in all YOU were all just bricks in the wall
Non ho bisogno di braccia che mi stringano
Non ho bisogno di droghe per calmarmi […]
Non pensare che io abbia bisogno di qualcosa
No, non pensare che io avrò mai bisogno di qualcosa
Dopo tutto era tutto solo mattoni nel muro
Dopo tutto eravate tutti solo mattoni nel muro
Nella foto: Roger Waters nei primi anni ’70

Come disse un famosissimo critico musicale (ovvero Perino):

“Questo uomo è uno stramaledettissimo fottutissimo genio”

The Wall

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Inauguro la sezione Musica, parlando di The Wall.

The wall.

In italiano, semplicemente, Il muro.

Ma che cos’e’ Il muro? Come mi pare ovvio, non ho intenzione di scrivere riguardo opere di muratura (non sono mica un contadinaccio che studia piastre e cupole in cemento armato), ma volevo discutere di un pezzo di storia della musica.

Perchè il muro è un album.
Perchè il muro è un film.
Perchè il muro è un concerto.

Ma più che altro il muro è un filo conduttore, che lega tutte le canzoni dell’album, un insieme di concetti che guidano tutti e due i cd, dalla prima all’ultima canzone.
Leggendo i testi tradotti in italiano (consiglio spassionato, li trovate qui), sembra di leggere un libro, con le canzoni legate una all’altra.
Infatti l’album fu subito trasformato in film musicale, in cui il protagonista (Bob Geldolf, quello che organizza i live8), chiamato ovviamente Pink Floyd, vive tutte le esperienze descritte durante l’album.

Insegnanti che reprimono le capacità dei ragazzi a scuola.
La presenza assillante della guerra.
L’abuso di droghe.
La consegente follia, che ti spinge a costruire un muro tra te e il mondo.
Il giudizio degli altri, delle persone “normali” (che nel film vengono rappresentate con animazioni di esseri mostruosi).

Il muro è anche un concerto. Un concerto che mi fa rimpiangere di esser nato nel periodo sbagliato. Perchè volevo assistere pure io a quello show.

Uno show in cui canzone dopo canzone viene costruito un muro con mattoni in polistirolo,
in cui vengono utilizzati pupazzi alti 15-20 metri, sospesi a delle gru, in cui gli artisti compaiono su piattaforme sospese, tra i mattoni del muro che viene costruito,
in cui, per simboleggire il distacco tra la band e il pubblico (il muro costruito nella prima parte del concerto e tenuto per tutta la seconda parte) viene utilizzata una band “fantasma” posta davanti al muro, mentre il gruppo vero e proprio suona dietro al muro (con qualche apparizione su piattaforme sospese)

Fino al Trial, al processo, in cui il giudice “Worm” (verme) cerca di dare una propria opinione sul ragazzo drogato, folle, e distaccato dal mondo.
L’accusa? Beh…molto semplice:

Good morning Worm your honour
The Crown will plainly show
The prisoner who now stands before you
Was caught red handed showing feelings
Showing feelings of an almost human nature
Shame on him
Buon giorno vostro onore il Verme
La Corona dimostrerà chiaramente
Che il prigioniero al vostro cospetto
Fù colto in flagrante mostrando sentimenti
Mostrando sentimenti di natura pressochè umana
Vergogna!

E dopo le testimonianze di parenti ed amici, il verme da la sentenza:

In all my years of judging
I have never heard before of
Someone more deserving
The full penalty of the law
The way you made them suffer
Your exquisite wife and mother
Fills me with the urge to deficate
Since my friend you have revealed your
Deepest fear
I sentence you to be exposed before your peers
Tear down the wall
In tutta la mia carriera di giudice
Non ho mai visto nessuno
Più meritevole
Della massima pena della legge
Il modo in cui hai fatto soffrire
La tua dolcissima moglie e tua madre
Suscita in me il bisogno di defecare
Poichè, amico mio, tu hai rivelato la tua
Più profonda paura
Io sentenzio che tu sia esposto di fronte ai tuoi simili
Abbattete il muro

Il muro viene quindi abbattuto, letteralmente, mostrando di nuovo la band, con la canzone finale

All alone, or in twos
The ones who really love you
Walk up and down outside the wall
Some hand in hand
And some gathered together in bands
The bleeding hearts and artists
Make their stand
And when they’ve given you their all
Some stagger and fall
After all it’s not easy
Banging your heart against some mad bugger’s wall
Da soli, o a coppie
Quelli che davvero ti amano
Camminano sù e giù aldilà del muro
Alcuni mano nella mano
Alcuni riuniti in gruppi
I cuori teneri e gli artisti
Resistono
E quando ti hanno datotutto di se stessi
Qualcuno barcolla e cadrà
Dopo tutto non è facile
Sbattere il cuore contro il muro di un pazzo bastardo

Sono stati scritti un sacco di articoli di critici musicali riguardo questo album (uno a caso, ad esempio, è questo), gente sicuramente più qualificata del sottoscritto per poter dare un giudizio.

Perchè consiglierei questo album a qualcuno?
Perchè è un buon esempio di musica pink-floydiana, perchè i temi trattati mi hanno sempre affascinato (la follia, il distacco dalla realtà), perchè è uno dei rari esempi di storia raccontata in musica, storia che assume spesso contorni allucinanti (nel senso di allucinazioni), forse perchè ascoltando le canzoni e leggendo i testi (Mother do you think they’ll drop the bomb?) ti accorgi che il mondo non è poi cambiato dal 1979, forse perchè un pò ci si sente come il protagonista dell’album (e del film, il giovane Pink Floyd).


You better run all day
And run all night
And keep your dirty feelings deep inside
And if you’re taking your girlfriend out tonight
You’d better park the car well out of sight
‘Cos if they catch you in the back seat
Trying to pick her locks
They’re gonna send you back to mother
In a cardboard box
You better run
Ti conviene correre tutto il giorno
E correre tutta la notte
E tenere i tuoi sporchi pensieri ben dentro di te
E se porti fuori la tua ragazza stanotte
Ti conviene parcheggiare bene l’auto fuori vista
Perchè se ti beccano sul sedile posteriore
Provando ad accarezzarle i riccioli
Ti rimanderanno dalla mamma
In una scatola di cartone
Ti conviene correre

Ci sarebbero mille altre cose da dire.
Sicuramente l’ascolto dell’album e la visione del film (e del concerto) possono dire di più di mille parole.